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Set 03

Iniziamo la scuola con responsabilità

Gentili famiglie, cari ragazzi, ben ritrovati!

L’anno che sta per iniziare sarà inevitabilmente diverso, ma ciò che conta, in questo momento, è che tutti si ritrovi l’entusiasmo di un nuovo inizio e che si riesca ad essere “serenamente preoccupati”.

Essere preoccupati significa essere responsabili, per sè e per gli altri; significa accogliere e rispettare tutte le indicazioni della scuola; significa accettare le inevitabili limitazioni non come vincoli, ma come occasioni per vivere al meglio la relazione con gli altri.

Essere sereni vuol dire evitare il panico, accogliere l’idea che la pandemia in cui siamo immersi durerà un tempo piuttosto lungo; significa pensare che dobbiamo ritrovare una nuova normalità e che il distanziamento fisico non dev’essere interpretato, in nessun modo, come un distanziamento sociale.

La struttura è pronta; i ragazzi che si stanno avvicendando per le attività di recupero hanno trovato il termoscanner all’ingresso, i plexiglass sui banchi, i dispenser nei corridoi e, probabilmente, hanno già diffuso le loro impressioni.

Ma nulla può sostituire la responsabilità individuale: i plexiglass permetteranno loro di non indossare la mascherina al banco, ma solo loro potranno coscienziosamente accogliere l’idea che bisogna muoversi il meno possibile e cercare di non aver rapporti di interclasse e che la mascherina andrà indossata per ogni spostamento.

Non abbiamo la presunzione di aver fatto il meglio ma la certezza, quella sì, di aver cercato di fare il possibile per mettere in sicurezza la struttura.

Tutto il personale docente e non docente si sta sottoponendo al test sierologico che dice almeno la negatività al momento del prelievo; nessuna certezza per il futuro, ma la consapevolezza di aprire una scuola dove professori e addetti alle diverse mansioni sanno di non aver contratto il virus.

Per il prossimo futuro, il mio auspicio (che non può essere certo un obbligo) è che tutti, in primis i ragazzi, scarichino l’app Immuni: è una app silente, realizzata nel rispetto della privacy, che avverte solo nel caso si avvicini un malato di Covid (di cui, ovviamente, non rivela il nominativo).

Se l’avessimo tutti, o quasi, nel momento in cui si verificasse un caso, tutti coloro che l’avessero avvicinato, potrebbero prontamente essere messi in quarantena e sottoposti al tampone.

Come sapete, infatti, nella malaugurata possibilità che nella scuola si verifichi un caso, la classe o le classi coinvolte sarebbero poste in quarantena per 14 giorni e sottoposte a tampone.

Affinché poi non si creino falsi allarmi è bene che in caso anche di lievi malanni si eviti la frequenza; dopo cinque giorni di assenza consecutivi, anche se i protocolli sono ondivaghi sul tema, sarebbe poi auspicabile che i ragazzi (e gli adulti) rientrassero con certificato medico che attestasse la sanità riacquisita.

Credo sia questo lo spirito che ci deve guidare: tanto senso di responsabilità e grande desiderio di costruire insieme.

Lo scorso febbraio vi avevo detto che solo se fossimo stati un gruppo coeso saremmo riusciti a dare un senso formativo e didattico al lungo lockdown; ora, quel gruppo deve vivere la nuova normalità con l’entusiasmo di essere ancora insieme.

 

Un saluto davvero affettuoso

Donatella Volontè